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TikTok e filmmaker, l’umorismo dei videomaker

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Per filmmaker e videomaker TikTok è sicuramente una palestra molto interessante. Con l’account #filmmakerchannel ho provato a pubblicare alcuni spezzoni dei video dei miei allievi . Alcuni hanno raccolto centinaia di migliaia di visualizzazioni, altri zero. Come funzioni l’algoritmo non so e neanche mi ci provo a immaginarlo. Ho trascorso però questi giorni a guardarmi questi video. Metto da parte la presenza disgustosa dei politici che baciano salumi pensando di conquistare i giovani. Sono rivoltanti, squallidi, non c’entrano una mazza, nessuno li guarda. Metto da parte anche quelli che non si sa cosa vogliano dire. Postano e basta, come viene viene. TikTok è straordinario perché non devi cliccare sul video e aspettare che si apra per vederlo. Devi semplicemente scorrere, come Instagram. Questo significa che un filmmaker o un videomaker ha pochi attimi per catturare l’attenzione del pubblico. Come la pubblicità. Immaginate una infinita pausa pubblicitaria di diverse manciate di secondi dove potete però passare da uno spot all’altro senza aspettare che finisca. Semplicemente, con un dito. E’ chiaro che se vedete un tizio in cima a un cornicione che saltella nel vuoto vi soffermiate per vedere cosa succede. E’ ovvio che se vedete un bel viso o un bel sedere per qualche secondo stiate lì a sbirciare. Ma dopo tanti sederi, prove di coraggio, canzoncine o balletti, l’utente di TikTok prima o poi avrà voglia di vedere anche altro. Milioni di follower per il momento li fanno soprattutto quelli che hanno un viso bello e simpatico, indipendentemente da quello che dicono o che propongono.

Filmmaker a caccia dei like TikTok

Molti tentano strade diverse. C’è chi propone barzellette, chi informazioni o perle di saggezza, chi recita con i propri familiari scenette non sempre divertenti, chi condivide viaggi, informazioni o giochi di magia. Insomma ognuno a modo suo conduce la sua caccia ai like, talvolta anche in modo un po’ patetico. Su questo palcoscenico, per filmmaker e videomaker misurare la capacità di attirare l’attenzione degli utenti è molto stimolante perché estremamente difficile. All’inizio del secolo scorso una situazione analoga a TikTok si verificava sui palcoscenici del varietà. Il comico che saliva sul palco aveva a disposizione pochissimi minuti per conquistare il pubblico. Se non ci riusciva si beccava fischi e pomodori marci in fronte. Su TikTok semplicemente si fa scorrere il dito relegando per sempre  nell’oblio il performer.

I nonsense dei videomaker

Su questo social non siamo più davanti a una audience di giovanissimi soltanto. Dalla nonna all’avvocato, dallo stuntman al docente, dall’operaio al nipotino, tutti si affacciano su TikTok quasi sempre con un sorriso. E questo è l’aspetto più interessante di TikTok. Si scorrono i video e si sorride, talvolta si ride addirittura. Non mi riferisco a chi ahimè scelleratamente accompagna il video con risate finte, come la vecchia insopportabile tv. E non parlo neanche di quei video da “risatissima” che mostrano poveracci che finiscono in acqua o sbattono contro un palo. Roba da YouTube in salsa tv. Mi riferisco agli incantevoli nonsense di cui soprattutto i giovani sono autori. Non ancora rincoglioniti dalla finta comicità televisiva, i ragazzi sono autori di limerik video italiani che non hanno nulla da invidiare o forse da spartire con i nonsense britannici. Sappiamo che il nonsense è un genere che viene definito parassita perché ha bisogno di altri generi per esplicitarsi. E i nonsense video dei nostri giovani attingono al linguaggio del teatro, della televisione, del giornalismo, della poesia proponendoci un umorismo che anche nella nostra letteratura vanta pochissimi esempi. A me basta ricordare “La stanza, la stizza, l’astuzia” di Toti Scialoja: “La zanzara mentre vola pare azzurra in Venezuela ma diventa verde e viola quando è sotto le lenzuola”.

Filmmaker e videomaker alla prova

Ecco, in questo panorama spento della nostra tv, nel genere aggressivo, feroce del nostro giornalismo, nella sguaiataggine e volgarità di certo nostro cinema, i video nonsense di TikTok sono una boccata d’aria fresca e pulita che merita tutta la nostra attenzione. Scorrere i video di TikTok per filmmaker e videomaker è sicuramente estremamente didattico per allontanarsi dai luoghi comuni della narrazione video e cinematografica. Sul palcoscenico della comunicazione video che oggi è aperto a tutti, abbiamo un pubblico esigente che ci concede solo pochi secondi di attenzione nel momento in cui ci presentiamo. Ed è in quel solo momento che dobbiamo cercare di conquistarlo. Scrivere, come fanno alcuni, “guarda fino alla fine”, è inutile e fa solo tenerezza.

Alessandro Ippolito

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